Sputnik-1
- Luca Sacchini
- 3 ott 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Il primo satellite artificiale lanciato dall'uomo.
Il 4 ottobre 1957 al cosmodromo di Bajkonur, la tensione invade le menti degli scienziati e dei tecnici dell'unione sovietica, che per mesi hanno lavorato al progetto dello Sputnik-1. Mentre attendevano l'accensione del razzo R-7, sperando che non esplodesse da un momento all'altro, le loro menti erano percosse da dubbie e paure, ma tutto svanì quando i motori del vettore si accesero e il razzo si alzò in volo, senza nessun tipo di problema!!
In meno di 10 minuti dal lancio, il satellite era già in orbita, sfrecciando a una velocità di 29.000 km/h (in 92 minuti faceva il giro del globo).
In poco tempo la notizia arrivò negli USA, l'impatto che ebbe sulle menti americane fu immenso, ricordiamo che in quegli anni la guerra fredda era quasi all'apice, se i russi all'interno del satellite avessero messo delle testate nucleari, gli americani non potevano fare nulla per difendersi, ma per fortuna al suo interno non erano presenti armi di distruzione di massa, ma solamente qualche batteria e trasmettitore.
Come funzionava lo Sputnik-1 e cosa conteneva al suo interno
Il progetto dello Sputnik (in russo significa "compagno di viaggio") è stato diretto da Sergej Korolëv, in principio questo progetto era più complesso, ma fu semplificato per battere sul tempo gli americani (cosa riuscita egregiamente).
Il corpo del satellite era composto da una sfera di 58 cm di diametro, costruita in una lega di alluminio, magnesio e titanio, il peso complessivo era di 84 kg.
Al suo interno erano presenti strumenti molto semplici:
Trasmettitore.
Interruttore barometrico e termico.
Ventola di raffreddamento.
Tre batterie zinco-argento (una alimentava la ventola di raffreddamento e due il trasmettitore).
Le quattro antenne lunghe più di 2 metri, erano ancorate al corpo centrale e servivano per trasmettere dati alla Terra.
Questo satellite emetteva un segnale simile a un "BIP", che risuonava in tutte le stazioni radio mondiali, la frequenza del segnale variava in base alle temperature e alle pressioni registrate in orbita.
Il satellite inviò segnali per 21 giorni, fino a quando le batterie non si esaurirono, alla fine lo Sputnik-1 si disintegrò al rientro nell'atmosfera terrestre.
La risposta americana allo Sputnik.........
Dopo questa notizia gli Stati Uniti accelerarono sul loro programma spaziale, ultimarono il loro primo satellite (Vanguard TV3) e il 6 dicembre del 1957, in diretta TV mondiale, diedero il via al lancio, ma purtroppo non andò come previsto......
Il razzo si alzò poco più di un metro, per poi ricadere su se stesso, esplodendo in un'enorme palla di fuoco. Fu un vero e proprio fiasco.
Dopo questa figuraccia, gli USA diedero il via libera alla missione Explorer 1, progettata dalla JPL, per il quale fu utilizzato un altro tipo di razzo: il Juno I, che discendeva dal razzo tedesco V2. Il successo dell'Explorer, che fu lanciato il 1° febbraio 1958, segnò l'entrata deli Stati Uniti nella corsa spaziale.
Ci vediamo al prossimo post! Cieli Sereni!
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